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lunedì 3 gennaio 2000

Pallanuoto

Posted on 01:00 by Piscina Comunale Di Ascoli PIceno

a pallanuoto è uno sport di squadra particolarmente diffuso in Europa. Una partita di pallanuoto si svolge in piscina. A seconda della categoria l'area di gioco ha una lunghezza tra i 25 ed i 33 metri e una larghezza tra i 18 ed i 25 metri. Nelle categorie maggiori la profondità della piscina non può essere inferiore a 1,80 m. La temperatura dell'acqua non deve essere inferiore ai 24 °C e preferibilmente raggiungere un massimo di 26 °C. Le porte hanno una larghezza di 3 m e un'altezza di 90 cm. Il pallone di gioco è di colore giallo o, in alternativa, rosa o verde ed ha un peso tra i 400 e i 450 g. In alcuni casi anche blu, come negli ultimi mondiali, vinti dalla Croazia. Le squadre sono composte al massimo da 13 giocatori, in acqua scendono però in 7: 1 portiere e 6 giocatori e i ruoli sono cinque: portiere, centrovasca, centroboa, esterno (che gioca a 5 metri, di fronte ai pali della porta) e ala (che gioca a 2 metri). I ruoli vengono definiti con un numero che indica la posizione del giocatore nel semicerchio che si forma in attacco quando la squadra è schierata. L'ala destra sarà così "posizione 1", l'esterno destro "posizione 2", il difensore è "posizione 3", l'esterno sinistro è "posizione 4", l'ala sinistra è "posizione 5" e, infine, a "posizione 6" sta il centroboa. I giocatori di una squadra devono indossare obbligatoriamente una cuffia (calottina) con paraorecchie ed il cui colore può essere bianco o con i colori sociali per la squadra di casa e deve essere blu per la formazione ospite. Per entrambe le squadre il portiere deve avere una calottina rossa. Sulla calottina vi deve essere, leggibile, il numero. Ogni partita è suddivisa in quattro periodi della durata di 8 minuti effettivi ciascuno per le categorie di A1 A2 B e under 20, di 7 minuti per C, D e le restanti categorie giovanili, quali under 17 e under 15, con tre intervalli di due minuti ciascuno. È prevista anche una categorie esordienti (under 13) che gioca con tempi di 8 minuti continuati.


 Diagramma di un campo da pallanuoto secondo le regole della FINA

I due arbitri (uno per campionati di serie B o inferiori e giovanili) rimangono ai lati della vasca e sono coadiuvati da un cronometrista, che deve fermare il tempo ad ogni fischio dell'arbitro essendo la durata dall'incontro di tempo effettivo, da un "trentista" che controlla il tempo di possesso della palla (ogni azione può durare al massimo 30 secondi effettivi, poi il possesso palla passa agli avversari) e da un segretario che redige lo score board dell'incontro.
Al bordo della vasca sono applicati dei segnali che servono per indicare alcune linee immaginarie:
  • la linea di porta (bianca)
  • la linea dei 2 metri, che serve a delimitare il fuorigioco (rossa)
  • la linea dei 5 metri che delimita l'area in cui un fallo grave può causare l'assegnazione di un rigore e la distanza stessa da cui tirarlo (gialla)
  • la linea dei 5 metri che delimita l'area al di fuori della quale chi ha subito un fallo può tirare direttamente in porta (fino al campionato 2004-2005 questa linea era posta all'altezza dei 7 metri)
  • linea di metà campo, da cui deve partire l'azione all'inizio del gioco, dopo ogni rete segnata ed alla ripresa del gioco dopo un time-out (a meno che lo stesso non sia stato richiesto prima di un tiro d'angolo o prima di un rigore, nel qual caso l'azione riparte appunto con il tiro d'angolo o con il rigore).
Nella pallanuoto possono essere fischiati dagli arbitri due tipi di falli, semplici e gravi. Questi ultimi oltre a causare l'assegnazione di un tiro libero o di un rigore comportano l'espulsione per 20 secondi del giocatore che l'ha commesso. Esiste poi l'espulsione definitiva per "brutalità" o per "gioco violento" o "mancanza di rispetto e disobbedienza". Nel primo caso il giocatore viene allontanato dal bordo vasca e la squadra dell'espulso giocherà con un uomo in meno per 4 minuti effettivi oltre a subire un rigore nel momento stesso dell'espulsione. Negli altri casi, invece, il giocatore dovrà allontanarsi dal bordo vasca ma la sua squadra potrà sostituirlo al termine dei normali 20 secondi effettivi di espulsione.
Le due squadre devono cercare di far entrare la palla nella porta avversaria entro 30 secondi dall'inizio della loro azione d'attacco (cioè da quando entrano in possesso del pallone) altrimenti viene fischiata loro un'infrazione di tempo e la palla passa agli avversari. Fino al campionato 2004-2005 ogni azione durava 35 secondi. Il conteggio dei 30 secondi verrà azzerato (ovvero ricomincia una intera azione) nel momento in cui viene effettuato un tiro in porta, viene assegnata una espulsione o un rigore o viene assegnato un tiro d'angolo; tutto ciò indipendentemente da chi rientrerà in possesso del pallone.
Nel caso in cui un tiro in porta finisca oltre la linea di fondo a causa di una deviazione, se quest'ultima è provocata da un difensore, l'azione riprenderà con il possesso del pallone a chi difendeva al momento del tiro; nel caso di deviazione da parte del portiere l'azione riprenderà con una rimessa dall'angolo che dovrà essere effettuata dalla linea dei 2 metri con possesso palla a chi attaccava al momento del tiro. In caso il difensore dovesse deviare sul fondo un semplice passaggio, invece, si riprenderà il gioco con un tiro d'angolo in favore della squadra in attacco.


Tattiche

DIFESA A UOMO
La difesa a uomo consiste nel marcare a uomo il proprio giocatore avversario. La "posizione 1" marcherà la "posizione 5", la "2" marcherà la "4", la "3" marcherà la "6", la "4" marcherà la "2", la "5" marcherà la "1" e la "6" marcherà la "3"
DIFESA A ZONA ELASTICA
Nella difesa a zona elastica le posizioni "2", "6" e "4", anziché marcare a uomo il proprio avversario ( rispettivamente le posizioni "4","3" e "2") convergono verso il centro del semicerchio avversario, avvicinandosi al centro boa avversario e restando a distanza di un metro da esso. Nel momento in cui il proprio attaccante prende palla, il difensore gli andrà subito incontro. Quando l'attaccante passerà la palla, il difensore tornerà al centro del semicerchio offensivo. Le posizioni "1", "5" e "3" marcano a uomo, in modo che rimangono libere solo le posizioni "2", "3, e "4", che però avranno subito addosso il difensore che applica la difesa a zona elastica.
DIFESA A M La difesa M viene chiamata dal centro difesa, l'uomo che marca la posizione "3" retrocede per aiutare il centroboa e i difensori che marcano le posizioni "2" e "4" marcano posizione "3" in base al movimento della palla.

La storia

La pallanuoto (Waterpolo in inglese) è stata inventata alla fine del XIX secolo in Gran Bretagna. La pallanuoto ha fatto la sua prima comparsa alle Olimpiadi del 1900 a Parigi, edizione in cui si imposero proprio gli inglesi. La nazionale inglese trionfò ancora nei tre tornei olimpici successivi.
La nazionale che vanta il maggior numero di titoli olimpici è quella ungherese con 9 successi. Drammatica fu la partecipazione degli ungheresi alle olimpiadi del 1956 a Melbourne. In semifinale l'Ungheria dovette affrontare la nazionale dell'URSS, il cui esercito circa tre settimane prima aveva invaso il paese magiaro. L'Ungheria vinse 4 a 0, ma l'incontro fu così violento che i giornalisti all'epoca riferirono che l'acqua della piscina si macchiò del sangue dei giocatori.
Anche la nazionale italiana vanta un'ottima tradizione in campo olimpico avendo vinto l'oro in tre edizioni Londra 1948 (XIV Olimpiade), Roma 1960 (XVII Olimpiade) e Barcellona 1992 (XXV Olimpiade).

La pallanuoto femminile


Venne introdotta solo nell'edizione del 2000 a Sydney (Giochi della XXVII Olimpiade). Le regole sono per lo più le stesse; cambia solo la dimensione del pallone che è leggermente più piccolo, e le dimensioni del campo, 25 metri di lunghezza. Dal punto di vista dello spettatore c'è chi dice sia meno spettacolare, perché, per ovvi motivi, meno veloce e meno potente. Negli ultimi anni però, il livello di gioco, sia dal punto di vista tecnico e tattico, sia da quello della prestanza fisica delle giocatrici, si è molto sollevato, rendendo la disciplina spettacolare e seguita da un vasto e appassionato pubblico, quasi alla pari di quella maschile. In Italia poi, dopo i numerosi successi ottenuti al livello internazionale dalla Nazionale femminile, guidata da Pierluigi Formiconi, il cosiddetto Setterosa, questa disciplina, fino a pochi anni fa piuttosto trascurata dai media e dalla stampa sportiva, è maggiormente conosciuta e praticata. La pallanuoto femminile ha avuto il suo primo campionato riconosciuto dalla FIN nel 1985: Le finali si svolsero a Narni (TR) e vinse il primo scudetto il Volturno di Caserta, secondo il Fuorigrotta di Napoli e terzo la Nuotatori Rivarolesi di Genova. Tra le file del Volturno già c'era Carmela Allucci per anni capitano del Setterosa.

Le scuole della pallanuoto maschile

In Italia sono riconosciute due grandi scuole: quella napoletana, rappresentata prima dalla Canottieri Napoli e dalla Rari Nantes Napoli, e più recentemente dal Circolo Nautico Posillipo, e quella ligure che trova lustro negli scudetti della R.N. Camogli, del R.N. Bogliasco, della R.N. Savona e soprattutto della Pro Recco che detiene ben 23 scudetti. Grande importanza hanno avuto anche Roma e Pescara; in quest'ultima squadra, sul finire degli anni '90, 7 giocatori su 7 giocavano nella rispettiva nazionale: 5 in quella italiana, uno in quella serba e uno in quella spagnola (il famoso Manuel Estiarte).

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